Siamo quasi alla vigilia della ripartenza da quella che è ad oggi è la più grande crisi economica sociale e individuale che siamo stati chiamati ad affrontare nella nostra storia recente . In questo periodo abbiamo avuto modo tutti di riflettere su come gestire questa nuova normalità. Nel nostro piccolo ognuno di noi ha dovuto trovare nuovi stimoli per riorganizzare una quotidianità diversa, lenta, fatta di pensieri che non scivolano via velocemente come prima. La nostra finestra sul mondo oggi sono i social e a chi non è capitato di accendere Instagram e stupirsi di quante persone hanno scoperto o hanno rispolverato doti artistiche in questo momento? L’arte è diventata uno strumento di salvezza che ci traina verso un nuovo modo di vivere le nostre vite. Questa è una lezione che ritroviamo a ben guardare anche nei libri di storia. Durante la grande depressione, ad esempio, Roosvelt, attuò il Wpa, un programma di rilancio della produzione di arte pubblica che riusci’ a dare una grande spinta al contesto sociale culturale dell epoca nonché a quello economico. Questo concetto è stato rilanciato in questi giorni da HANS-ULRICH OBRIST direttore artistico delle Serpentine Galleries, che ha proposto al governo londinese un progetto di arte pubblica per contrastare il Coronavirus, traendo ispirazione da quello attuato dal Presidente americano.
Tornando a oggi La street art è una delle forme d’arte pubblica più importanti, perché quindi non utilizzarla come traino per la ripartenza in questa occasione storica?
Non è nulla di nuovo in realtà utilizzare la street art per progetti di riqualificazione e rilancio economico e sociale ed è un obiettivo che da anni si pongono i festival di street art.
Il festival è un po come il wpa di Roosvelt ma in chiave locale. Agli artisti coinvolti viene chiesto di declinare la propria arte su tematiche che sono intrecciate con la comunità in cui ha sede il festival o su progetti che possono essere di rivalutazione di un contesto periferico o di denuncia o di rilancio di comunità dimenticate
Street art festival
In questi anni ho dedicato molti dei miei viaggi alla scoperta dei festival di street art in Italia e all’estero, affascinato dai progetti che vi stanno dietro e nella mia esplorazione in questo mondo di colori non posso che citare alcuni di quelli che più mi hanno colpito.
Emergence festival
Giardini Naxos/Catania
L’ideatore, organizatore e curatore di questo festival è Giuseppe Stagnitta. Ho avuto modo di fare con lui una chiacchierata e mi ha raccontato come l’idea da cui tutto è partito era quella di creare “un filo diretto tra creazione artistica e fruizione senza compromessi”
Il progetto è partito a Giardini Naxos con l’obiettivo non solo di abbellire il paese ma anche di diversificare e incrementare l’incoming turistico.
Dopo i successi di Naxos La manifestazione si è sposta a Catania dove sono stati coinvolti grandi artisti internazionali come Vhils e Okudart che hanno trasformano dei silos abbandonati nel porto in un opera monumentale che è oggi rappresentativa della città.
Da quella iniziativa la manifestazione si è poi estesa in altre zone della Sicilia portando il progetto a essere inserito nel web dell’istituto di cultura di google e in un programma di Sky arte , accrescendo la visibilità di tutte le città coinvolte.
CVTA street fest
Civitacampomarano
Ma il Molise esiste? É forse a questa domanda che volevo rispondere gli organizzatori del festival Cvta Street Fest.
Il Molise esiste e resiste grazie all’arte ed ha una bellezza rara fatta di piccoli paesi rurali come Civita Campomarano .
L’ideatrice e curatrice artistica di questo Festival, Alice Pasquini, l’artista italiana di street art più conosciuta all’estero, voleva con il festival far rinascere questo piccolo borgo di cui erano originari i suoi nonni e vi è riuscita coinvolgendo nel progetto grandi artisti come Biancoshock E Bosoletti.
Durante i giorni del festival che si svolge a giugno e ch’è ad oggi alla sua terza edizione, il piccolo paese viene invaso dai giovani e dagli artisti sotto gli occhi curiosi della comunità perlopiù di anziani che la vive tutto l’anno e che nonostante la tranquillità a cui è abituata partecipa con grande entusiasmo a quel momento. Anche durante il resto dell’anno il piccolo paese continua ad essere meta di appassionati di arte, e nonostante le difficolta nel raggiungerlo, il viaggio è ripagato dal poter godere all’interno di uno scenario unico delle opere fatte dai migliori artisti della scena mondiale, e non meno dal piacere di una chiacchierata e di un caffè con gli anziani del paese che volentieri si improvvisano come guide per far scoprire agli appassionati fino all’ultimo murales tra i vicoletti e le case abbandonate del paese.
Draw the line
Campobasso
Organizzato dall’associazione Malatesta , il festival nasce con l’obiettivo di riqualificazione urbana attraverso l’arte
Nonostante siano passati un po di anni dalla mia ultima visita ricordo ancora con piacere l’incontro con Federico uno degli organizzatori, che mi spiego come attraverso la creazione di arte pubblica, L’associazione sia riuscita a valorizzare il territorio non solo a livello turistico e sociale ma anche con la tutela delle bellissime aree ambientali che circondano la città.
L’associazione infatti promuove anche iniziative collaterali sfruttando la risonanza del festival , quali escursioni e campeggi nelle zone limitrofe di Campobasso con ricadute positive anche per le zone circostanti l’area urbana.
Campobasso grazie al festival ha colorato i muri delle scuole, del mercato ,dello stadio e sopratutto della periferia della città. E non è un caso se proprio sui muri delle case popolari sia possibile ammirare le opere di uno dei più importanti artisti di denuncia sociale che abbiamo in Italia, Blu, che per la sua arte fa molto parlare di sé . Più volte censurato, non ha mancato neanche a Campobasso di infastidire i politici locali per la sua opera che racconta la trasformazione da individuo a soldato.
Borgo universo
Aielli
In provincia dell’Aquila, Ad Aielli, per vedere l’arte tocca salire sulle stelle e non è un gioco di parole, visto che il paese è ad un altitudine tale da ospitare un osservatorio astronomico.
L’appuntamento è alla Torre delle stelle, sito storico che accoglie la manifestazione ogni anno ad agosto con 3 giorni di arte e musica e spettacoli.
Uno degli artisti più importanti che il festival è riuscito a portare in paese è sicuramente Okudart . La sua arte colorata e molto “instagramabile” ha portato il paese ad essere molto conosciuto sui social con ricadute positive sul turismo, ma la manifestazione è riuscita anche a valorizzare l’ osservatorio astronomico storico con una serie di attività parallele che si svolgono durante l’anno.
Potrei dilungarmi oltre e parlare di tante altre realtà interessanti che ho avuto modo di scoprire negli anni , come “Murali” di Forlì, “Vedo a colori” di Civitanovamarche , “Restart “ad Imola, “Memorie urbane” di Gaeta e dintorni, o “l’Up Fest” di Bristol per spostarci ad un contesto internazionale, ma per tutti finirei per raccontarvi la stessa storia.
Quella di città, periferie, borghi che trasformandosi in musei a cielo aperto sono rinate in termini sociali e culturali, riuscendo a coinvolgere e cambiare intera comunità senza distinzioni generazionali o socioeconomiche.