“Nei nuovi Campus Virtuali, docenti e studenti mettono in comune le risorse materiali e informatiche di cui dispongono. I professori apprendono insieme agli studenti e aggiornano continuamente il loro sapere disciplinare, quanto le loro competenze pedagogiche (formazione continua) … pertanto, la principale funzione dell’insegnante non può più essere una diffusione delle conoscenze, che altri mezzi assicurano oramai in modo più efficace. La sua competenza deve spostarsi dalla parte della provocazione che spinge ad apprendere e a pensare. L’insegnante diventa un animatore dell’intelligenza collettiva dei gruppi di sua competenza“.
Scriveva così Pierre Levy, filosofo e docente presso il dipartimento di filosofia dell’Università di Paris-VIII Saint Denis, nel suo celebre “Cybercultura. Gli usi sociali delle nuove tecnologie”.
E lo faceva quasi vent’anni prima che una pandemia globale rendesse di fatto la formazione a distanza l’unico strumento in grado di garantire oggi, a tutti i livelli di istruzione, la continuità didattica per milioni di studenti in tutto il mondo.
Il cd. “e-learning“ non rappresenta tuttavia una novità in termini assoluti, sia per il nostro Paese che nel resto del mondo. Parliamo anzi di un settore in continua crescita, sia da un punto di vista quantitativo (basti pensare che ben prima dell’attuale epidemia da COVID-19 gli studenti sul web erano già milioni in tutto il pianeta) che qualitativo, con un numero sempre maggiore di Università e Centri di Alta Formazione che, superando gli iniziali pregiudizi, hanno ormai fatto proprio il sistema della formazione “in rete”.
Questo nell’ottica del cd. “lifelong-learning”, ossia per venire in contro alle esigenze formative di tutti e lungo tutto l’arco della vita, dagli studenti più giovani (i cd. nativi digitali) ai lavoratori di tutte le età, che difficilmente riuscirebbero a conciliare la propria attività con l’impegno in orari prestabiliti di una lezione “in presenza”.
Ed è proprio soffermandoci sulle realtà accademiche più importanti a livello internazionale, considerando in primis i maggiori Paesi industrializzati, che possiamo avere un quadro più preciso della reale portata del fenomeno, quanto mai attuale.
Partendo dagli Stati Uniti d’America notiamo subito che quasi tutte le Università del Paese, con a capo quelle di maggior prestigio, hanno immediatamente recepito la possibilità offerta dalle nuove tecnologie del web di “democratizzare” il loro enorme patrimonio di saperi scientifici, potendo in tal modo istruire un numero ancor più elevato di persone. E questo ben contemperando l’alta qualità dei loro insegnamenti con dei costi notevolmente ridotti. Impressionante è il fatto che i risultati sin dall’inizio sono stati sbalorditivi, considerando che nel giro di pochissimi anni il solo prototipo di corso on-line sulla “Introduzione all’intelligenza artificiale” progettato nel 2011 dal Prof. Sebastian Thrun, esperto di robotica della Stanford University (fondatrice della piattaforma Coursera che conta, ad oggi, oltre 1 milione di iscrizioni) ha messo in rete circa 500 mila studenti provenienti da oltre 180 Paesi nel mondo. A loro volta Harvard ed il Mit di Boston, istituendo la piattaforma EdX (con il successivo contributo, tra le altre, dell’Università della California e della Berkeley University), hanno tutt’ora all’attivo circa 400 corsi in e-learning e diverse centinaia di migliaia di iscritti.
Volgendo lo sguardo all’Europa è possibile constatare come la situazione non differisca poi di molto.
In Gran Bretagna, ad esempio, la Open University, attiva già dal 1970, conta attualmente circa 200 mila studenti, di cui 30 mila di età inferiore ai 25 anni, ripartiti tra gli oltre 100 corsi di Alta Formazione attivi.
Se si considerano, poi, le 11 Facoltà ed i 5 grandi Centri di Ricerca interdisciplinare (che spaziano dall’informatica alla pedagogia, dall’economia alle scienze politiche) ci si rende conto di essere al cospetto di numeri davvero imponenti che fanno dell’Ateneo on-line britannico il primo per popolazione studentesca dell’intero Paese nonché uno dei primi in Europa.
In Spagna, invece, è attiva dal 1973 la UNED (Universidad Nacional de Educación a Distancia) che conta circa 150 mila studenti e 60 sedi sull’intero territorio nazionale, cui si affiancano altre 20 sedi sparse nel mondo, da Berlino a Buenos Aires, da Parigi a Città del Messico. L’offerta formativa dell’Ateneo on-line iberico poi non è da meno potendo vantare, ad oggi, 30 Corsi di Laurea, 65 Master Universitari e 18 Corsi di Dottorato.
In Italia, come è noto, sono 11 gli Atenei Telematici accreditati dal Ministero dell’Istruzione (con un trend di crescita costante del numero di iscrizioni, in totale controtendenza rispetto alle Università cd. tradizionali), mentre in Francia ed in Germania, dopo un timido inizio, la formazione a distanza di livello universitario ha ormai concretamente preso piede. Sono infatti in costante crescita i numeri della piattaforma tedesca Iversity (fondata nel 2011) e di quella francese denominata France Université Numerique, quest’ultima considerata vero e proprio portale nazionale di MOOC basato sulla tecnologia di EDX e sul contributo di ben 100 Università transalpine.
Dando, infine, un veloce sguardo alle altre realtà on-line presenti in giro per il mondo non possiamo non notare quanto numerosi siano gli istituti di livello universitario che offrono Corsi di Laurea e di Alta Formazione a distanza. Tra i principali spicca nel continente Africano la University of South Africa, da diversi anni considerata quasi unanimemente leader del settore. L’Ateneo sudafricano propone attualmente un ampio numero di corsi ai suoi numerosissimi iscritti, che spaziano dall’agronomia all’ambiente, dal business alle scienze umane, per finire con diritto, scienza, ingegneria e tecnologia.
In Australia è invece attiva da tempo la University of Southern Queensland che, a conferma della bontà del progetto formativo e della qualità dell’insegnamento erogato attraverso il web, ha ricevuto, tra gli altri, il premio di migliore Università del Paese. Dal suo sito internet i Corsi di Laurea on-line disponibili sono sei: arti, ingegneria, business, scienze, istruzione e lingua inglese.